BUDDHISMO E FILOSOFIA INDIANA
 
 
 
 

Leonardo Arena, Storia del buddhismo Ch'an, Milano, Mondadori 1998, terza edizione.


 
 

Scuola buddhista cinese, il Ch'an nasce dal Buddhismo indiano, diffusosi in Cina a partire dal I secolo d.C. grazie alla mediazione delle dottrine autoctone del Taoismo. Partendo dal Buddha storico e dal piccolo veicolo, l'autore traccia una panoramica del Buddhismo Mahayana indiano e delle scuole cinesi principali per poi delineare l'evoluzione storica del Ch'an, con i primi cinque patriarchi, la scissione in Scuola del Nord e del Sud, i principali lignaggi della dinastia T'ang, le "cinque case", i koan, l'arte ch'an e il declino del movimento nell'era Sung. Malgrado le varie correnti, l'insegnamento fondamentale del Ch'an resta lo stesso: la realtà è nonsense; la logica e il linguaggio sono fuorvianti, e non ci permettono di attingere il nucleo autentico delle cose. L'illuminazione si ottiene sospendendo il pensiero dualistico. Perciò, un adepto del Ch'an non si prefigge di controllare le cose, ma confida in sé, cercando nella sua interiorità la perfezione innata in ciascuno di noi: il cosiddetto "volto originario prima della nascita".

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Leonardo Arena, Antologia del Buddhismo Ch'an, Milano, Mondadori 1995.
 
 

La realtà è uno stato mentale. Su questa premessa, la scuola Ch'an fonda il suo sistema di pensiero. Questo libro include le migliori opere del Ch'an delle origini, come "Iscrizioni per perfezionare la mente" (Hsin-hsin ming), "Il Trattato sugli elementi essenziali per coltivare la mente" (Hsiu-hsin yao-lun), "Il Trattato sulla contemplazione della mente" (Kuan-hsin lun), "Il Trattato della perfetta realizzazione" (Yuan-ming lun)*, "Il Sutra del sesto patriarca" (Liu-tsu t'an-ching)* e "Il poema del samadhi dello specchio prezioso" (Pao-ching san-mei ko); NB: gli asterischi si riferiscono alle traduzioni parziali. Tutte le traduzioni sono corredate da un ampio commento, note esplicative e rimandi bibliografici. Una lunga introduzione, dal titolo "La mente allo specchio", dedicata agli influssi esercitati sul Ch'an dalle scuole yogacara e madhyamika, completa l'opera. Questo lavoro non verte sui koan, bensì sul Ch'an largamente influenzato dai Sutra, secondo un modello stilistico indiano e cinese.

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Leonardo Arena, La via buddhista dell'illuminazione, Milano, Mondadori 1997.

Poche opere presentano il Buddhismo avvalendosi di storie o parabole. Questo libro è una raccolta di racconti. In base a un modello narrativo, è molto facile invitare i lettori a comprendere gli elementi essenziali del Buddhismo, evitando le complessità del saggio in forma di trattato. L'autore rielabora tutti i materiali, attingendo dal Canone Pali e dal Buddha storico, dallo Zen e dalle altre scuole dell'area sino-giapponese, e anche dal Vajrayana tibetano. Queste storie posseggono un valore concreto e funzionale. Le loro dottrine devono essere messe in pratica, al fine di formulare una nuova visione del mondo. In quest'opera vengono sottolineati i principali concetti del Buddhismo: l'importanza del silenzio, la perfezione innata in tutti noi, la natura inevitabile della sofferenza, i piani di realtà, la distinzione/non distinzione tra il samsara e il nirvana, la rilevanza del "non attaccamento", i limiti della logica e del linguaggio, e molti altri. Il libro è un "espediente", alla stregua degli upaya del Mahayana. Può condurre i lettori sino a un certo punto; dopodiché, saranno in grado di avanzare in virtù di se stessi, attingendo alla scintilla di buddhità che noi tutti possediamo. Si tratta soltanto di diventarne consapevoli.

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Leonardo Arena, Il Nyaya Sutra di Gautama, Roma, Ashram Vidya, 1994.
 
 

Il testo fondamentale della scuola Nyaya è presentato in traduzione integrale, corredata da un estensivo commento ai singoli Sutra. Per facilitare la comprensione a chi non sia digiuno di sanscrito è stato riportato un lessico di tutti i termini e il testo originale in trascrizione. Un'articolata introduzione focalizza la posizione del Nyaya Sutra nell'ambito del pensiero indiano e i suoi nodi logici essenziali. Una vasta bibliografia completa il volume. Il Nyaya Sutra, l'equivalente dell'Organon aristotelico, può fregiarsi di un vantaggio: al contrario di quello, non fonda una logica formale, bensì rimanda all'esperienza, come substrato necessario di ogni formulazione teorica. Attraverso un corretto uso del linguaggio si può attingere la liberazione: questo è il messaggio rivoluzionario del Nyaya Sutra, che noi oggi, dopo Wittgenstein, possiamo fare nostro senza smarrirne le componenti etiche. Un libro di filosofia comparativa per capire non solo la polemica del Brahmanesimo con il Buddhismo, ma anche le peculiarità di un approccio epistemologico inedito, che prescinde dagli universali.

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Leonardo Arena, Diario Zen, Milano, Rizzoli, 1995.


 
 

Questo libro è una raccolta di frasi zen o formulate nello stile zen. Perciò, attinge alle grandi collezioni come "La barriera senza porta" e "La raccolta della roccia blu", ma anche ai filosofi e ai poeti dell'Occidente. Nietzsche e Wittgenstein trovano spazio accanto a Lin-chi e Hui-neng. Non è rappresentato solo lo Zen, ma tutte le altre tradizioni che ne condividono, per qualche verso, la logica, come il Taoismo, il Sufismo, lo Sciamanesimo e il Cristianesimo esoterico. Ogni serie di sentenze è preceduta da una scheda introduttiva che la situa in un contesto, proponendo nel contempo al lettore i principali spunti dello Zen: il metodo dei koan, il suo stretto rapporto con il Taoismo e la filosofia cinese, il valore dell'interiorità, la non-differenza, il vuoto, la mente, lo stato dell'innocenza infantile, lo humour, la non azione, la meditazione e l'arte. Una lista di tredici letture essenziali completa il volume, che si rivolge ai lettori del nuovo millennio, pronti a superare gli steccati tra le religioni per raggiungere una nuova spiritualità. Un libro per i principianti, da cui anche lo specialista potrà ricavare spunti dopo aver fatto il "vuoto mentale".

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Leonardo Arena, La storia di Rama, Milano, Mondadori 2000.

L'opera è la riscrittura, non una traduzione, del Ramayana, a uso e nel linguaggio dei moderni. Il protagonista, un eroe ma anche un uomo comune, va in cerca della moglie Sita, che gli è stata sottratta da una tribù selvaggia; dai demoni, nella versione più arcaica. La narrazione, ambientata nell'India antica, ricorderà al lettore occidentale l' Iliade e l' Odissea, con cui è strettamente imparentata: anche qui si presentano il ratto della sposa e il viaggio dell'eroe. In fondo Rama combatte con se stesso, chiedendosi se l'adesione al dharma, legge non scritta degli Indù, non rischi di mettere in crisi la propria esistenza. E' un personaggio umano, dilianiato dagli stessi conflitti psicologici che affliggono l'individuo in ogni età o latitudine. Il lettore potrà imparare dai suoi errori, e dalle sue debolezze. Da secoli, il Ramayana è il riferimento primario di una cultura che non separa la letteratura dalla filosofia, né la psicologia dall'etica o dalla politica.

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Leonardo Arena, La barriera senza porta, Milano, Mondadori 2000.

 

 

È la raccolta più famosa dei koan del Buddhismo Ch'an, nonché la più accessibile e introduttiva. Con il titolo cinese è nota come Wu-men kuan. I discepoli si misurano con quest'opera, nei loro primi passi sull'impervia via del Buddhismo. Accanto alla traduzione di ogni caso, del commentario e della poesia allegati, l'autore aggiunge delle note esplicative, invitando il lettore occidentale alla meditazione sulle tematiche più attuali. Lo spirito dell'opera è comparativo e, al contempo, esorta a una rilettura nei toni della psicologia transpersonale. Il maestro Wumen (giapponese: Mumon) si rivolge al sé dell'uomo, e ci rammenta sin dal primo koan qual è il compito da sbrigare: determinare l'ubicazione della natura buddhica, innata in ciascuno di noi, e se il cane, paradigma dell'essere senziente, la possegga o meno. La decifrazione è affidata a noi tutti, creature parlanti del XXI secolo.

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Altri libri dell'autore sul Buddhismo e la filosofia indiana:

Il Vaisheshika Sutra di Kanada, Urbino, Quattroventi 1987 (Introduzione, Traduzione, Testo sanscrito, Commento, Lessico, Bibliografia).

La filosofia indiana, Roma 1996.

Buddha, Roma 1996.

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NOVITA': LOGICA E PEDAGOGIA NEL CH'AN
 
 

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